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Il linfodrenaggio è una pratica manipolativa, quindi è parte delle terapie fisiche manuali che non si servono di alcuna strumentazione, ma sfruttano l’abilità del terapista per trarre un sollievo mirato.
Grazie al linfodrenaggio è possibile agire sul sistema linfatico dei pazienti e stimolare lo smaltimento dei liquidi in eccesso, un processo utile per sgonfiare gli edemi e favorire la cicatrizzazione di ulcere e piaghe nei pazienti diabetici. Inoltre questo massaggio permette di introdurre leucociti e immunoglobuline nel circolo ematico, nonché di rilassare le fibre muscolari.
Normalmente si prevede una decina di sedute, queste vengono distribuite lungo un periodo di 4 mesi circa e si adattano alle esigenze del paziente seguendo l’evoluzione del suo stato di salute.
Il linfodrenaggio è una tecnica di massaggio dalla pressione leggera, pensata per drenare i liquidi organici accumulati nelle zone del corpo particolarmente soggette a questa problematica, come milza, timo, noduli linfatici e linfonodi.
La seduta prevede specifiche caratteristiche, necessarie perché l’efficacia del massaggio non venga compromessa. Tra i parametri da tenere sotto controllo si può menzionare la temperatura, l’assenza di creme o olii durante la frizione e la posizione comoda e distesa del paziente.
Poiché il sistema linfatico è complesso e si espande lungo tutto il corpo, diventa ancora più importante la preparazione tecnica del terapista e la sua abilità nello stimolare il deflusso dei liquidi a livello superficiale senza provocare irritazione.
A questo scopo è possibile attuare due metodologie principali di manipolazione: il metodo Vodder o il metodo Leduc.
Il metodo Vodder impiega principalmente movimenti di tipo circolare, soprattutto nella parte superiore del corpo dove si concentrano i linfonodi e si integrano circolo linfatico e circolo ematico.
Contemporaneamente si attua una pressione sui tessuti grazie alle dita del terapista che disegnano degli ovali per incentivare la circolazione linfatica; una frizione decisa ma non disturbante completa l’effetto del massaggio.
Il metodo Leduc non si discosta da queste finalità, ma si differenzia per la scelta dei movimenti che comprendono poche azioni, caratteristiche per i disturbi di cui soffre il paziente.
A differenza del metodo Vodder, il metodo Leduc prevede il bendaggio delle aree da trattare e la loro stimolazione attraverso pochi movimenti, specifici e ripetuti.
I movimenti per il linfodrenaggio previsti dal metodo di Leduc hanno due finalità principali: dapprima favoriscono lo svuotamento dei collettori linfatici e successivamente il b a livello superficiale.
Il linfodrenaggio ha lo scopo principale di drenare i fluidi linfatici, per questo motivo viene apprezzato e ampiamente utilizzato per i pazienti che si sono sottoposti a interventi di chirurgia estetica e per le donne in gravidanza.
I disturbi che è possibile trattare sono:
Il linfodrenaggio grazie al vasto ambito d’applicazione e alla semplicità del suo svolgimento viene impiegato frequentemente per molti pazienti e altrettante casistiche. Migliorare il proprio ciclo linfatico significa non solo rafforzare le difese immunitarie grazie ai leucociti e all’immunoglobulina, ma anche evitare gli accumuli di sostanze di scarto e facilitare il loro percorso verso gli organi di depurazione.